Politica

La Lombardia ha scelto: per la Regione correrà Umberto Ambrosoli

L'avvocato ha vinto le primarie civiche andando ben oltre il 50% delle preferenze. Sarà lui a sfidare il centrodestra alle Regionali di febbraio

MONZA - La Lombardia ha scelto: a correre per la carica di presidente sarà Umberto Ambrosoli. Quarantuno anni, figlio dell'avvocato Giorgio Ambrosoli, ha vinto le primarie civiche con un netto 57, 64% delle preferenze.  Secondo, il giornalista Andrea Di Stefano con il 23,25% dei voti, terza classificata la ginecologa Alessandra Kustermann con il 19,11%.
A Monza  e Brianza Ambrosoli ha guadagnato il 55,56% delle preferenze, contro il 25,39% di Di Stefano e il 19.25% della Kustermann.

CHI E' - Non aveva accettato subito, Umberto Ambrosoli, la candidatura per cercare di strappare la Regione travolta dagli scandali al centrodestra dopo la fine del "ventennio" formigoniano. E' stato il lavoro della diplomazia del centrosinistra, da Pisapia ai tantissimi sindaci che l'hanno sostenuto, a convincerlo a rompere gli indugi e ad accettare a metà novembre. In città con lui si era schierato anche il sindaco Scanagatti.
Nessuna esperienza politica alle spalle ("Sono stato rappresentante d'istituto alle superiori" ammette candidamente) ma un afflato morale su cui il centro sinistra ha puntato molto, e una storia cattolica in grado di convincere anche gli elettori dello schieramento opposto. Ne sa qualcosa l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, che ha pubblicamente manifestato la sua stima per Ambrosoli, e lo avrebbe voluto nella sua squadra.

Con Ambrosoli vince il candidato "omnibus", quello in cui la gran parte degli elettori può riconoscersi almeno in parte e sicuramente l'unico in grado di vincere grazie alla capacità di attrarre voti bipartisan. I dubbi sono di altro tipo. Sicuramente preparato in campo giuridico,  ma a digiuno di politica, Ambrosoli per governare farà affidamento sugli apparati del PD. Saprà  gestirli senza esserne gestito? E' una domanda importante. Sicuramente, con la vittoria del figlio di un avvocato ucciso dalla mafia, la Regione farebbe una scelta netta dal punto di vista della legalità. Impensabile  pensare di vederlo colluso in qualsivoglia modo col potere mafioso, o della 'ndrangheta, in Regione.

«ORA AVANTI INSIEME»  - «Ora avanti tutti insieme» sono state le prime parole del vincitore - «Il dato più importante è che 120.000 lombardi hanno sfidato il freddo e la neve e hanno voluto esserci. Ora affronteremo un percorso difficile, perché la menzogna appartiene al linguaggio dei nostri avversari, ma non abbiamo paura». In totale, gli elettori ai seggi sono stati 148.743: alle primarie nazionali avevano votato 440 mila elettori che erano diminuiti a 389 mila al ballottaggio.


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