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Teatro Binario 7, ecco "La dodicesima notte"

L’amore, il desiderio e il possesso. Sono questi i motori dell’opera shakespeariana, della mascherata in grande stile che sarà rappresentata sul palco del teatro Binario 7 per la stagione “Teatro + Tempo Presente” dall’1 al 3 febbraio.

Ne “La dodicesima notte” i discorsi dicono altro da quello che dovrebbero significare, così come le persone, che non sono chi dicono di essere. Si tratta di una commedia di verità nascoste e camuffate, per una grande carnevalata invernale che non può che concludersi in un’epifania di rivelazioni e sorprese.

Se per alcuni personaggi il costume e la maschera sono quelli indossati concretamente, come nel caso di Viola, per altri a essere mistificati sono le parole e il linguaggio. E proprio un travestimento è la scintilla primaria del caos: quello scelto da Viola, che indossa abiti maschili e che si finge Cesario. Il girotondo, perverso, si innesca subito. Perché Viola/Cesario si innamora di Orsino, Orsino è innamorato di Olivia e Olivia si innamora di Cesario/Viola. La miccia continua a bruciare: Viola mistifica il proprio aspetto in maniera evidente e inganna tutti, ritrovandosi poi tra due fuochi, Orsino e Olivia: la menzogna rischia di ritorcersele contro. Ma il grande beffato, la grande vittima sacrificale sull’altare dell’equivoco è Malvolio, servo di Olivia, che viene indotto a credere che la padrona lo ami, in un crescente delirio di falsità ben architettate da Maria, Sir Andrew e Sir Toby , che lo condurranno quasi a perdere la ragione.

Tra tutti aleggia Feste, il matto, il fool, la voce del bardo, che ride e scherza al di sopra dei giri a vuoto, dei meccanismi celibi, in cui si incastrano e arrancano tutti i personaggi. Il suo è un sorriso amaro, però, un po’ dolente. Compassionevole. A volte quasi rassegnato. Dopo Pene d’amor perdute 50’s e Otello, la compagnia PianoinBilico prosegue la sua indagine nell'opera di Shakespeare.

Note di regia. L’adattamento del testo è stato strutturato su otto attori che, in un gioco di travestimenti dichiarati, andranno via via a interpretare ciascuno più ruoli, coerentemente con lo spirito carnevalesco dell’opera. Il luogo geografico immaginato da Shakespeare, l’Illiria, viene evocato da elementi essenziali: in parte materici, in parte di derivazione quotidiana. Una scena pensata secondo una dicotomia di due ambienti principali, casa di Orsino e casa di Olivia, circoscritta da sassi che rimandano a una costa marittima: sarà questo il piccolo mondo in cui i personaggi si rincorreranno, ingannandosi vicendevolmente. Mondo: meglio dire palcoscenico. Perché Shakespeare lo ricorda spesso: tutto il mondo è palcoscenico. In questa nostra dodicesima notte a casa di Olivia troviamo un esterno di fiori finti (appunto) perché nulla è vero in questa commedia, niente è ciò che sembra, nemmeno i fiori. La corrispettiva casa di Orsino è un interno in cui pendono lampadari di dubbia utilità: pendono, quasi minacciosi, come tante spade di Damocle, beffardi simulacri borghesi del supplizio amoroso di Orsino, che si strugge per Olivia. E se i fiori sono finti, se dubitiamo dell’utilità dei lampadari, cosa c’è di vero in questa scena? Come le verità alla fine della commedia devono essere svelate, anche qualcosa di vero sulla scena ci sarà. Forse i sassi? Forse. Provate a dare un calcio. A tirarvene uno. Che se sono veri, certo faranno male. Come la verità, d’altronde. Che qui c’è il lieto fine, ma siamo sicuri che tutti, Orsino, Olivia, Viola, Malvolio e gli altri ottengano davvero ciò che vogliono con la caduta finale delle maschere - metaforiche e non solo?

PianoinBilico nasce da un’idea di Silvia Giulia Mendola che, nel 2004, partecipa come attrice e regista alla terza edizione della Borsa di Lavoro istituita dall’Accademia dei Filodrammatici. Nel 2008 PianoinBilico si costituisce come Associazione Culturale e comprende nel suo organico Silvia Giulia Mendola, Silvia Borsari, Silvia Rubino, Silvia Ferretti, Elena Scalet e Livia Castiglioni. Il gruppo ha al suo attivo più di dieci produzioni, che spaziano dalla prosa più classica all’incontro con la drammaturgia contemporanea e il linguaggio cinematografico, passando per il teatro brillante e la biografia d’autore. Da alcuni anni PianoinBilico è presente nei cartelloni di importanti stagioni come quelle dei teatri Franco Parenti, Litta, Olmetto, Spazio Tertulliano, Binario 7 e Belli.

Gecobeventi opera dal 2002 all’interno del Centro missionario Pime di Milano dove gestisce anche il Teatro PIME. Negli ultimi anni ha avviato importanti collaborazioni con volti noti dello spettacolo che hanno trovato nel Teatro Pime un luogo ideale soprattutto per le prove e gli allestimenti di spettacoli. Grazie a questo bagaglio di esperienza, la Gecob si è sentita pronta a intraprendere un cammino nell’ambito della produzione di eventi: il percorso di studio è iniziato un anno fa con Pianoinbilico: due i cartelloni realizzati, uno prettamente  teatrale e un altro di arte varia.


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