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"Animali notturni", ecco lo spettacolo al Teatro Binario 7

Due coppie vivono nella stesso Paese, nella stessa città, nello stesso condominio. Sono quattro persone che si assomigliano, pur differendo in tanti piccoli particolari: cultura, sensibilità, professione, desideri, paure. Ma la differenza fondamentale, quella che muove i fili della loro storia, è costituita dalla nazionalità. Perché una coppia è originaria del paese in cui vive, l’altra ci è arrivata e ha finito per abitarci, senza permesso. E allora succede, una volta ancora, che la lotteria della Storia permetta a qualcuno di possedere vantaggi rispetto ad altri, pur non avendone il merito. Ecco allora che una nuova legge mette tutto a repentaglio, regalando un potere inatteso, e casuale, alla coppia autoctona. 

Diceva Jorge Luis Borges che la nazionalità e il patriottismo siano atti di fede, concetti labili e discutibili. Ma sono stati motori di tanti fatti di cronaca, passata e presente, e sono i motori anche di questa storia. La fortuna di essere nati nel posto giusto, al momento giusto, offre ad alcune persone la possibilità di esercitare un vasto potere su altre, e c’è chi decide di utilizzare questo potere, senza sapere cosa farsene di preciso, semplicemente perché sarebbe sciocco non approfittarne.

Note di regia

Il testo di Mayorga parte da un antefatto che percepiamo come estremamente attuale: il problema dell’immigrazione di massa, lo spostamento verso “casa nostra” di masse sempre più numerose e incontrollabili di stranieri in cerca di una vita migliore. Da questo punto di partenza, che affonda le radici nell’attualità, la pièce si sposta verso un interrogativo assoluto: venendo investiti di un potere non cercato e immeritato, rendendoci conto che la nostra vita anodina è illuminata da un raggio di luce, come potremmo approfittarne? Il protagonista della nostra storia è Uomo Basso, il travet, l’uomo qualunque capace di rendersi conto dell’inattesa opportunità che gli si para davanti: esercitare un potere assoluto su un suo simile. Non ha un progetto, non ha un fine chiaro, non è dotato della perversa fantasia necessaria a trasformare il potere in un vantaggio personale, ma non vuole assolutamente perdere l’occasione. Il testo si muove sulle linee del realismo per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi e dei loro dialoghi. I conflitti si esprimono nel non detto, nella contiguità di corpi che vorrebbero essere altrove o fare altro. Nella struttura drammaturgica è ben visibile un richiamo al teatro antico, con rapide giustapposizioni di scene che si svolgono in spazi tra loro differenti - come, per esempio, nel teatro elisabettiano. Si crea in questo modo un cortocircuito tra la recitazione, talvolta sommessa, e il veloce susseguirsi di quadri e di frammenti temporali.

Teatro d’Emergenza nasce nel 1992 dall’incontro tra Luca Spadaro e Massimiliano Zampetti. In questi anni ha prodotto oltre trenta spettacoli tra drammaturgie originali e messe in scena di opere del Novecento. Tra gli spettacoli più recenti “Finale di partita” di Samuel Beckett con Antonio Ballerio e Max Zampetti, “La casa di Bernarda Alba”, in coproduzione con LuganoInScena, e “Il silenzio è obbligatorio”, di Max Zampetti - testo vincitore della Borsa di scrittura teatrale per la Svizzera Italiana.


 


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