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Alla Reggia di Monza arrivano le streghe (in mostra)

In Villa Reale, a Monza, arrivano le streghe. I miti e le leggende legate al mondo della stregoneria rivivono nelle sale della Reggia di Monza con la mostra Stregonerie che dal 29 ottobre al 26 febbraio 2023 sarà in città. 

Un viaggio tra conoscenze antiche, cerimonie nascoste, sacralità ed erotismo per raccontare una figura di donna rimossa dalla cultura e dalla vita. Il  percorso espositivo inizia in un tribunale medievale del 1539 e il visitatore vivrà la forte esperienza di un vero processo per stregoneria. Poi lungo il corridoio del percorso espositivo, che richiama gli asfittici e terrorizzanti ambienti del film Suspiria di Dario Argento, come all’interno del palco di un teatro, si aprono dieci stanze, ciascuna delle quali mette in scena un diverso aspetto della vita della strega.

"Un suggestivo elemento sonoro accompagna il visitatore lungo tutto il tragitto. Voci, sussurri e grida strazianti, evocano antichi rituali e, attraverso le parole di Magdalena Barile, nota drammaturga, danno voce alle streghe stesse, che raccontano le proprie storie, dalla prima vocazione, sino alla piena realizzazione di sé, grazie all’uso della magia" spiegano gli organizzatori.

In mostra anche una serie di oggetti originali e mai visti in Italia legati al mondo della stregoneria. Antichi calderoni, bacchette, feticci, amuleti e talismani prestati dallo sperduto Museum of Witchcraft and Magic di Boscastle, in Cornovaglia, ma anche trattati dedicati alla stregoneria come il Malleus Maleficarum, il più noto manuale sulla caccia alle streghe, nella pregiata edizione del XVI secolo. 

La mostra Stregherie si completa con una sezione separata che racchiude sei illustrazioni originali inedite di Gloria Pizzilli, artista italiana di fama internazionale, già pubblicata dalle maggiori testate del mondo, tra cui The New Yorker, The New York Times, Scientific American, The Boston Globe, GQ Usa. Con uno stile tra il burlesque francese e le donne di Klimt, le streghe di Gloria sono terrificanti, nude e bellissime, con curve che sembrano abbracci, ma con una atrocità talmente palpabile e aggressiva da aver richiesto una sezione chiusa per non urtare la sensibilità dei visitatori meno preparati.


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