Economia

I tortellini brianzoli che spopolano in tutto il mondo e fanno bene anche all'ambiente

La "conversione" green del grande pastificio di Vimercate che ogni anno produce 7 mila tonnellate di pasta ripiena

Che fanno bene al palato ormai è cosa risaputa. Ma che fanno bene all’ambiente è una novità. Tortellini gustosi e green quelli che vengono prodotti in Brianza. A Vimercate lo storico stabilimento Pagani (che in pieno covid ha festeggiato i 100 anni di attività) guarda al green. Novità a impatto zero nell’azienda che produce pasta ripiena che negli anni ha sempre più conquistato il mercato internazionale e che è uno dei marchi storici del territorio.

La risposta alla crisi energetica

Da alcuni mesi il tetto del grande stabilimento è coperto da pannelli fotovoltaici, così che la grande macchina produttiva di paste ripiene riesce ad alimentarsi per buona parte grazie alla luce del sole. Un’importante svolta green quella dello stabilimento brianzolo che da oltre un secolo porta i tortellini sulle tavole degli italiani, ma anche e soprattutto degli italiani (ma non solo) che vivono nel mondo. “Abbiamo sempre creduto e appoggiato il tema della sostenibilità - spiega a MonzaToday Paolo Pagani che insieme al fratello Alessandro rappresenta la terza generazione che lavora in azienda -. Dopo il grande shock energetico del 2022 con i costi dell’energia che sono triplicati è stato necessario guardare oltre”. Una lungimiranza, tipicamente brianzola, che ha visto il pastificio che sorge lungo la provinciale investire sul green. Il tetto del grande capannone produttivo realizzato oltre 10 anni fa è stato così coperto dai pannelli fotovoltaici.

“La filiera sostenibile inizia dalla tavola - ha spiegato Paolo Pagani -. Dall’installazione del fotovoltaico, grazie a questi pannelli, siamo riusciti a risparmiare oltre 200 tonnellate di CO2. Più produciamo e meno CO2 immettiamo nell’aria”. Un bel risultato, ma prima di tutto un importante investimento che guarda all’ambiente e al risparmio, non solo energetico.

7 mila tonnellate di tortellini all'anno 

Uno stabilimento molto radicato nel territorio con 50 dipendenti oltre al personale esterno e agli addetti alle vendite. Nello storico pastificio vengono prodotte ogni anno circa 7.000 tonnellate di pasta a lunga conservazione che è destinata per oltre il 70% al mercato internazionale. Fiore all’occhiello, naturalmente, il tortellino che vanta una pluralità di ripieni con attenzione anche ai gusti dei Paesi dove viene esportato (per esempio per la Grecia c’è il ripieno alla feta). “Il nostro tortellino è soprattutto destinato al mercato internazionale, vista la conservazione del prodotto fuori frigorifero che arriva ad oltre un anno dalla data di produzione - spiega Paolo Pagani -. Il primo mercato è quello europeo con Spagna, Polonia, Grecia, Germania e Paesi Bassi. Poi c’è il mercato americano con Stati Uniti e Canada, ma anche Brasile e Messico”. Il tortellino made in Brianza inizia anche a strizzare l’occhio all’Oriente (malgrado una dieta e una tradizione culinaria ben lontana) con interesse del mercato giapponese, di Hong Kong e di Shanghai.

Una storia lunga oltre 100 anni 

Guardando indietro ne è stata fatta di strada da quando negli anni Venti del secolo scorso la nonna di Paolo e Alessandro diede vita a questa avventura, che è diventata un’impresa familiare. Nati panettieri la famiglia Pagani si “convertì” ben presto al mondo della pasta quando Arturo fondò il Pastificio Pagani Arturo a Vimercate, approfittando della crisi in cui versava allora il locale Pastificio Paraboni. Un’azienda che in questo secolo di storia è riuscita a navigare a testa alta anche nei momenti di grande difficoltà (soprattutto durante la Seconda Guerra Mondiale) adeguandosi ai nuovi tempi e alle nuove esigenze e facendo rete, stringendo nel secondo dopoguerra una collaborazione con il pastificio De Cecco i cui prodotti in quegli anni non erano distribuiti nel Nord Italia. Così ha fatto la seconda generazione, quella guidata dai fratelli Enrico e Gianfranco Pagani che nel 1967 hanno costruito il moderno stabilimento lungo la provinciale. Ma che hanno saputo guardare soprattutto al nuovo mercato che proprio all’epoca stava cambiando. Dicendo addio alla collaborazione con lo storico pastificio abruzzese e concentrandosi su quei tortellini e ravioli a lunga conservazione che oggi spopolano sugli scaffali dei negozi e dei supermercati di tutto il mondo.


Si parla di