Cronaca

Moto rubate e fatte a pezzi per essere rivendute: la polizia arresta quattro ricettatori

La scoperta sabato sera. Le volanti sono intervenute in via Oslavia

Il furgone scoperto a Monza

Moto rubate su commissione, smembrate, fatte a pezzi e poi caricate su furgoni diretti nei Paesi dell'Est per essere rivendute e fruttare al mercato nero decine di migliaia di euro. Il business di quattro ricettatori ucraini a Monza però sabato sera è stato fermato dalla polizia di Stato che ha fatto scattare le manette per quattro uomini tra i 31 e i 24 anni.

LA SCOPERTA E LE MOTO RUBATE (FOTO)

Al commissariato di viale Romagna sabato sera è arrivata una segnalazione ha condotto alcune volanti direttamente in via Oslavia, dove diversi cittadini avevano notato la presenza di due furgoni con alcune persone che stavano trasbordando da un mezzo all'altro alcuni pezzi di motori e carrozzeria. I poliziotti hanno accerchiato i quattro e perquisito i mezzi: a bordo dei due veicoli c'erano i pezzi di quattro moto rubate e smembrate, pronte per essere caricate su un furgone e dirette in Ucraina per essere rivendute.

Tre delle moto, tutte modelli giapponesi molto costosi, erano state rubate lo scorso 19 novembre a Milano e i poliziotti sono riusciti a identificare i proprietari e le relative denunce di furto presentate grazie al numero di telaio ancora presente sul motore. Per la quarta moto invece, una Harley Davidson, il proprietario probabilmente non aveva ancora nemmeno fatto in tempo ad accorgersi del furto dal momento che, per la moto, intestata a una società milanese, non risulta alcuna denuncia alle forze di polizia. Anche questo mezzo, come gli altri, risulta essere stato rubato a Milano.

A bordo dei furgoni insieme ai pezzi di carrozzeria e ai componenti delle moto i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato anche guanti, grimaldelli e tutto il kit del "perfetto ricettatore", walkie talkie compresi. Per i quattro è scattato il fermo di polizia giudiziaria per il reato di ricettazione in concorso e al momento si trovano in carcere.

Proseguono però gli accertamenti dei poliziotti perchè all'interno di un navigatore satellitare in uso alla banda installato su uno dei furgoni tra i "punti di interesse" segnalati risultano alcuni indirizzi di carrozzerie e ditte situate in tutto il Nord Italia. Nella memoria dei telefoni cellulari di alcuni degli arrestati sono state rinvenute anche alcune fotografie scattate alle moto prima che queste fossero smontate.


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