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Confabitare Monza richiede l'annullamento delle imposte Imu e Tari

La proprietà immobiliare è tra le categorie più colpite dall'attuale crisi sanitaria ed economica, chiediamo che i Sindaci della Provincia di Monza aiutino i proprietari annullando, o quantomeno rinviando, imposte che pesano sul bilancio annuo di ogni famiglia, a maggior ragione se gli immobili sono sfitti o se i canoni di locazione non vengono pagati

Di fronte ad una crisi economica gravissima, indotta dall’emergenza sanitaria internazionale da Covid, che sta mettendo in ginocchio numerose attività e famiglie operanti e residenti in Provincia di Monza e Brianza, i Comuni hanno il dovere – morale ed amministrativo – di intervenire concretamente sospendendo, annullando o facendo slittare il pagamento di Imu e Tari». Una richiesta aperta, quella di Confabitare, rivolta ai sindaci della provincia di Monza e Brianza. «I proprietari di case e di immobili commerciali che hanno dato in affitto un immobile, sono stati usati, in questi mesi, come “welfare” da parte dello Stato, dato che sulle loro spalle ricadono le conseguenze dei mancati pagamenti degli affitti e del blocco sfratti», scrive l’associazione di proprietari immobiliari. E ancora: «E visto che lo Stato non ha voluto prevedere forme serie di compensazione, i proprietari si vedono privati da un lato di un reddito che, in molti casi, serve loro per sopravvivere, dall’altro devono comunque far fronte alle Imposte locali. Capiamo tutto, ma questo ci sembra troppo». Le richieste di Confabitare Confabitare della provincia di Monza e Brianza in particolare chiede la sospensione o la cancellazione della seconda rata Imu per i proprietari che non hanno incassato l’affitto o che l’hanno incassato solo parzialmente nel periodo da marzo a dicembre di quest’anno. Mentre per tutti gli altri chiede la proroga al 31 marzo 2021. Per la Tari, invece, Confabitare chiede la rateizzazione e lo slittamento al 31 marzo 2021 dell’imposta che ora è fissata in un’unica soluzione con scadenza il 2 dicembre prossimo. «Ci rendiamo conto di chiedere molto ad un Comune, ma non dobbiamo e non possiamo dimenticare che si tratta di misure necessarie, in particolare per quelle attività commerciali che, essendo state costrette a chiudere per lunghi periodi, si trovano in gravissime difficoltà economiche e oltretutto hanno prodotto pochi o addirittura nessun rifiuto», aggiungono. «Ognuno di noi deve fare qualcosa» Ai Comuni che avessero già, per loro scelta, preso decisioni in tal senso «va tutto il nostro plauso e il nostro ringraziamento». Ai Comuni che, invece, si dovessero «limitare a “guardare ai bilanci e alle regole”, ci permettiamo di far presente che, pur capendo, in un momento così difficile per il nostro Paese ognuno di noi deve fare qualcosa, quello che può, per aiutare le famiglie e le attività a sopravvivere. Altrimenti supereremo la seconda e – ma speriamo non ci sia – anche la terza ondata del virus, ma poi cosa rimarrà della nostra società e della nostra economia?».


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